Migliori teiere di Novembre 2024: recensioni, opinioni, prezzi, confronti

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La pianta del appartiene alla famiglia Camellia Sinensis, proveniente dalla Cina, il Paese in cui le foglie di questo arbusto hanno iniziato ad a essere utilizzate come base per l’ormai celebre bevanda. Se la prima menzione del tè all’interno di un testo scritto risale al 200 a.C., in un trattato di farmacopea, soltanto un millennio dopo sono iniziati i primi processi per la produzione, la lavorazione e la degustazione della bevanda. In Occidente è invece arrivato soltanto nel corso del XV secolo, grazie ai gesuiti.

Una tazza di tè può rappresentare un ottimo modo per iniziare la giornata, concedersi una pausa nel pomeriggio o rimediare ad una serata particolarmente umida nei mesi invernali. Se in Italia può essere considerata un’abitudine abbastanza recente, nei Paesi anglosassoni si tratta invece di una tradizione di vecchia data, per la quale è previsto un vero e proprio cerimoniale, in cui la teiera rappresenta una parte fondamentale.

 

Come scegliere una teiera: i materiali

Quando si deve scegliere una teiera, occorre tenere presenti alcuni fattori in grado di condurre infine all’adozione di un prodotto di qualità.
Tra di essi, il punto di partenza non può che essere rappresentato dai materiali. I più comuni sono:

  • l’acciaio inox
  • la porcellana e la ceramica
  • il vetro temperato
  • la terracotta
  • la ghisa

Se acciaio inox e vetro temperato si sono affermati solo di recente, con l’evoluzione tecnologica, gli altri materiali sono invece tradizionali. Va sottolineato che a conferire importanza a questo fattore è il fatto che proprio la scelta del materiale può andare ad incidere in maniera notevole non solo sull’intensità del sapore, ma anche sulla la conservazione del calore. Ad esempio la ghisa è in grado di mantenere elevata la temperatura della bevanda per ore, il vetro si riflette positivamente sull’intensità, mentre per la conservazione di notevoli dosi di bevanda è meglio puntare sull’acciaio inossidabile. Va poi sottolineato che la ghisa e l’acciaio consentono di bollire il tè direttamente sulla fiamma.

La forma

Se in generale la teiera si presenta con una forma piuttosto tondeggiante o allargata in prossimità del fondo, caratteristica che aiuta il mantenimento della temperatura, essa può comunque mutare. Mentre rimangono fissi i componenti, che sono:

  • il contenitore, ovvero la pancia della teiera;
  • il coperchio con pomello, che può essere rimovibile o ribaltabile;
  • il manico, che può essere in plastica, bambù o legno;
  • il beccuccio, adibito allo sversamento della bevanda nelle tazze;
  • il filtro, che può essere interno a immersione o essere posizionato alla base del beccuccio.

L’utilizzo che se ne può fare

La teiera può essere utilizzata in particolare per tre preparazioni:

  • il tè
  • la tisana
  • un infuso naturale

In tutti e tre i casi, sarà comunque sufficiente dotarsi della bustina da infusione oppure degli ingredienti necessari, per poi unirli all’acqua calda che è stata versata in precedenza nell’utensile.

Come preparare correttamente il te’

Quando si decide di preparare una bevanda di questo genere, il cerimoniale può essere importante, ma sicuramente meno della preparazione. Proprio da una preparazione corretta, dipende infatti il risultato finale. Per riuscire a farlo, occorre tenere in considerazione una serie di aspetti all’apparenza estremamente semplici, che sono però da considerare estremamente importanti per riuscire ad esaltare il sapore e i principi nutritivi. Tra i essi vanno ricordati:

  1. la tipologia di acqua impiegata. In particolare per ottenere un risultato di rilievo è suggerito l’impiego di un’acqua a basso residuo fisso. Proprio questo è il motivo che sconsiglia l’utilizzo di quella proveniente dal rubinetto, che è di solito molto pesante. L’acqua più indicata allo scopo è quella leggera, caratterizzata da un contenuto piuttosto lieve di minerali, i quali sono in grado di apportare mutamenti di rilievo al gusto della bevanda;
  2. la temperatura dell’acqua, per la quale occorre partire da un assunto: ogni tipo di tè presenta specifiche necessità in relazione al calore dell’acqua. In particolare va ricordato come una volta che la temperatura abbia raggiunto i 70°, i tannini iniziano già ad essere rilasciati, conferendo al tè un sapore più amaro e ferroso. Nel caso siano utilizzate foglie dal sapore più robusto, ci sarà bisogno di una maggiore temperatura, che potrà invece essere moderata per le foglie dal sapore più delicato;
  3. i tempi di infusione, che anche in questo caso vanno a variare a seconda della tipologia di tè. Si può infatti passare da archi temporali molto ristretti ad altri in cui l’infusione arriva a sfiorare la soglia dei dieci minuti. Una volta che sia trascorso il tempo necessario, si consiglia comunque di passare alla rimozione delle foglie o delle bustine impiegate, evitando in tal modo che il sapore possa acquistare troppa amarezza o intensità;
  4. la degustazione, per la quale la consuetudine esige che non sia aggiunto zucchero o miele. In alcuni Paesi vige l’usanza di aggiungere latte, limone o spezie, mentre quelli più ligi alla tradizione vanno ad ovviare proprio optando per tipologie di bevanda che possono risultare in definitiva meno amare o comunque più idonee al gusto personale.

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