Probabilmente non tutti lo conoscono, ma chi frequenta – assiduamente o occasionalmente – il ristorante giapponese, si è “imbattuto” in questa pietanza citata nel menù, e, incuriosito, può averla provata. Parliamo del mochi, un tipico dolcetto giapponese consumato durante tutto i mesi, ma soprattutto in occasione del Capodanno. Solitamente in monoporzione, è formato da una pallina di riso, farcita o meno in base alle particolari tipologie di dolce realizzabili: si tratta, in pratica, di riso glutinoso, tritato e pestato seguendo un caratteristico cerimoniale – come vedremo meglio di qui a breve – sino al raggiungimento di una pasta bianca, morbida ed appiccicosa, che viene poi “plasmata” in una forma tondeggiante.
Come scegliere la migliore macchina per mochi
Tipico piatto del Sol Levante, adoperato per molto tempo per fare omaggio agli Dei, il mochi – come or ora anticipato – richiede un vero e proprio rito per la sua preparazione, (Mochitsuki), frutto di coordinazione e forza: una volta cotto, il riso glutinoso viene pestato a mano in un mortaio (Usu), servendosi di un apposito martelletto (Kine), mentre un’altra persona provvede ad umidificare il composto, così da preparare una pasta bianca, morbida ed appiccicosa, a cui dare la precitata forma tondeggiante. L’essere appiccicoso e gelatinoso è la caratteristica fondamentale di questo piatto della tradizione giapponese, sconsigliato tuttavia alle persone anziane, dalle limitate capacità di masticazione e secrezione della saliva. E purtroppo si è verificato qualche decesso, a causa del riso tendente a depositarsi nella gola, e bloccante, dunque, le vie aree.
Il processo di realizzazione del mochi – assai laborioso, come poc’anzi esposto – è oggi eseguito con specifiche macchine, che hanno reso automatico e rapido il processo di pestaggio del riso, ingrediente-base del dolcetto in esame. Ma come scegliere la “migliore” macchina a ciò destinata? Quali parametri considerare? Ce ne occupiamo qui di seguito.
Dimensioni e tipologie di mochi
Grazie a stampi di varia grandezza, la macchina per mochi può realizzare prodotti di diverse dimensioni, così come di diverse tipologie. Soffermandoci in particolare su questo secondo punto, ecco di seguito illustrate le principali.
- Daifuku. Il mochi più diffuso, è solitamente farcito con marmellata di fagioli neri (anko) o bianchi (shiroan).
- Ichigo Daifuku. Si differenzia dal precedente per l’aggiunta di una fragola all’interno del composto.
- Sakura Mochi. Farcito con marmellata di fagioli rossi, è avvolto in una foglia di ciliegio che dona al dolce un particolare ed originale gusto.
- Kusamochi. Ha un caratteristico colore verde, dovuto alla presenza dell’artemisia, pianta originaria della Cina e nota per i suoi numerosi benefici, tra cui il suo essere un potente antiossidante.
- Warabi Mochi. Il suo ingrediente non è il riso, bensì l’amido della pianta warabi; generalmente non consumato da solo, è servito con la farina di soia tostata (kinako), oppure con lo sciroppo di zucchero di canna (kuromitsu).
- Hishimochi. Coloratissimo mochi tagliato a forma di rombo simboleggiante il ritorno della primavera, è realizzato a strati: quello verde rappresenta la terra con l’erba che cresce, quello bianco lo scioglimento della neve, e quello rosa i fiori di pesco in tutta la loro bellezza.
- Yyukimi Daifuku. Mochi con all’interno dell’impasto una pallina di gelato, è particolarmente apprezzato per l’abbinamento delle diverse consistenze.
- Kirimochi e Marumochi. Tipologie di mochi non zuccherate, e dure anziché gelatinose, possono essere cotte in forno, tostate, oppure riscaldate al microonde, e sovente sono di accompagnamento alla zuppa ozoni durante il Capodanno. Il Kirimochi è tagliato in blocchi e messo sottovuoto, il Marumochi ha una forma rotonda.
Prezzi e marche specializzate
Se si è appassionati di mochi, non c’è nulla di meglio che realizzarli a casa propria adoperando l’apposita macchina, senza così dover attendere di gustarli al ristorante giapponese della propria città o in occasione di un viaggio in Sol Levante. I prezzi? Orientativamente tra i 300 e i 400 Euro, ma possono essere superiori. Tiger e Zojirushi sono invece due suggerimenti di brand verso cui veicolare la propria scelta.