Generalmente non manca mai in casa: poco calorico, dolce se accompagnato da frutta o aromi, ottima alternativa al dessert, e ben accetto dai bambini. Lo yogurt è un alimento estremamente versatile, da consumare così, “al naturale”, oppure “adattandolo” ai propri gusti o bisogni, e dunque, personalizzandolo. Chi è particolarmente amante di questo cibo – dalle numerose proprietà benefiche per l’organismo, quali il miglioramento della digestione, o l’aumento delle difese del sistema immunitario – non potrà non apprezzare la possibilità di produrlo direttamente in casa. Come? Servendosi di un apposito apparecchio, la yogurtiera, sostanzialmente un incubatore capace di mantenere una serie di contenitori, solitamente vasetti da 100-150 ml, ad una temperatura uniforme di 40-45 gradi, quella cioè ideale per lo sviluppo dei batteri che trasformano il latte in yogurt. Ciò è possibile in virtù di una resistenza (che riscalda un vano al cui interno sono collocati i contenitori con il latte ed i fermenti lattici), e di un dispositivo di controllo, che mantiene la temperatura costante. Adoperare una yogurtiera significa poter sempre “disporre” di yogurt cremoso e sano, assumendo il controllo della lavorazione e scegliendo i prodotti più salutari senza sottostare a quelli – ripetitivi – già confezionati.
Come scegliere la migliore yogurtiera
Sempre più presente nelle nostre cucine, la yogurtiera consente di preparare gustoso yogurt sia per uso individuale che da servire ad eventuali ospiti. Tantissimi i vantaggi derivanti dall’acquisto dell’apparecchio in oggetto: la genuinità del prodotto e la possibilità di sperimentazione di nuove ricette, ma anche il risparmio economico (il costo degli ingredienti è inferiore a quello dei vasetti preconfezionati reperibili al supermercato) e l’attenzione per l’ambiente (perché diminuisce l’utilizzo e lo smaltimento di plastica e di materiale di imballaggio).
Ma come scegliere la “migliore” yogurtiera? Quella che più fa al caso proprio? Il fattore economico è sicuramente discriminante, ma non decisivo, in quanto le differenze di prezzo tra un modello standard ed uno professionale, benché esistenti, sono comunque gestibili: è il caso, piuttosto, di verificare se si ha realmente bisogno di un prodotto dalle maggiori prestazioni. Prima del costo da sostenere, in ogni caso, è necessario concentrarsi su determinati parametri-guida, la tipologia di apparecchio innanzitutto, per una scelta che sia aderente alle proprie esigenze, ma anche le sue dimensioni ad esempio, o i materiali di realizzazione. Ci occupiamo di tutti questi aspetti nei paragrafi che seguono.
Tipologia: a caraffa o a vasetti
Non tutte le yogurtiere presenti sul mercato presentano le medesime caratteristiche. Si distinguono infatti due tipologie, a caraffa e a vasetti, e l’analisi di entrambe è di estremo aiuto per comprendere quella maggiormente adatta ai propri bisogni.
- Yogurtiera a caraffa. Di poco ingombro in cucina, è costituita da due cestelli, uno più piccolo, al cui interno vanno versati gli ingredienti, ed uno più grande, che crea una camera d’aria intorno al primo per consentire la fermentazione dei batteri. Si tratta però di un modello tramite cui non è possibile né dividere in porzioni la quantità di yogurt realizzata né creare più gusti alla volta.
- Yogurtiera a vasetti. Di ingombro maggiore rispetto alla tipologia precedente, è formata da un vassoio “ospitante” diversi vasetti, chiuso da un coperchio, così da poter non solo scegliere il quantitativo di yogurt da preparare, ma anche cambiare i gusti.
Struttura e materiali
La struttura di una yogurtiera è “integrata” dal peso e dalle dimensioni, fattori da tener presente per quanto concerne la sua collocazione nonché la sua trasportabilità, più o meno agevole. Ma anche altre caratteristiche non sono da trascurare: il coperchio, ad esempio, se trasparente o meno (che solo nel primo caso permetterà di osservare la fermentazione ed il regolare svolgimento dell’operazione), e nel caso di un dispositivo a vasetti, la presenza di un vano – sovente all’interno del coperchio – ove riporre i tappi dei vasetti stessi. Da non trascurare i piedini antiscivolo, perché la loro presenza impedisce alla macchina di ondeggiare: una superficie stabile è infatti necessaria per il processo di fermentazione.
E giungiamo ai materiali, che devono essere robusti: il migliore prodotto è quello che presenta una base in metallo ed un coperchio in plastica solida e trasparente, l’ideale – come or ora sottolineato – per controllare il processo di fermentazione. I vasetti in dotazione con la yogurtiera sono invece in vetro, materiale lavabile facilmente in lavastoviglie e meno deteriorabile rispetto alla plastica; i tappi, infine, sono solitamente in plastica.
Capacità e tempi di preparazione
Generalmente sia la yogurtiera a caraffa che quella a vasetti sono caratterizzate da una capacità di 1 l di yogurt, per circa 8 porzioni da supermercato; i vasetti a corredo con il dispositivo, invece, sono di capienza superiore, circa 150 g, ed alcuni modelli possono anche essere forniti di vasetti dalle diverse capienze, così da poter variare le dosi.
Si suggerisce, prima di procedere all’acquisto, di considerare la quantità di yogurt che si consuma mediamente, così da fare la scelta migliore, e ciò anche e soprattutto per evitare di incorrere in spiacevoli sprechi: al riguardo è bene tenere presente che lo yogurt preparato in casa può rimanere in frigo per circa 7 giorni.
Per quanto concerne i tempi di preparazione, mediamente tra le 8 e le 12 ore lo yogurt raggiunge la consistenza adeguata.
Consumi
Il basso wattaggio, di circa 15 W, tipico della yogurtiera, si giustifica alla luce del fatto che il suo principale compito è quello di conservare per molte ore una temperatura di circa 40°C così da consentire ai batteri di cominciare il processo di fermentazione. Un wattaggio superiore è necessario esclusivamente per quei modelli che possono preparare anche formaggi cremosi.
Funzioni
Di seguito elenchiamo le più comuni funzioni di una yogurtiera.
- Autospegnimento. Funzione che dovrebbe essere sempre presente in ogni apparecchio che si rispetti, prevede che sia l’apparecchio stesso a spegnersi al momento opportuno.
- Display retroilluminato. Quid plus, permette non solo di controllare il tempo mancante alla fine della preparazione, ma anche le funzioni attive in quel dato momento.
- Timer. Consente di conoscere il tempo necessario alla fine della preparazione (in modo tale che lo yogurt, una volta pronto, non resti troppo a lungo fuori dal frigorifero).
- Termostato. Da utilizzare per l’impostazione di diverse temperature, si rivela utile per preparare ad esempio il formaggio fresco.
- Preparazione di formaggi e dolci, sempre a base di latte. Funzione accessoria, propria solo di determinati modelli.
Accessori
Bisogna distinguere, in merito, tra yogurtiere a caraffa e yogurtiere a vasetti. Nelle prime l’accessorio indispensabile è il coperchio, preferibilmente trasparente (per i motivi già precedentemente evidenziati), per il cestello interno. Nelle seconde invece, va sottolineata la presenza, a seconda dei modelli, di un solo set di vasetti, o anche di un secondo, per la preparazione di altri quantitativi di yogurt. Differenze sono da segnalare anche per quanto riguarda la capacità dei vasetti stessi, ed il tappo, su cui in alcuni casi è possibile scrivere la data di scadenza del prodotto.
Le fuscelle, infine, si riscontrano negli apparecchi che permettono anche la realizzazione dei formaggi freschi: si tratta di vasetti bucherellati attraverso cui fuoriesce l’acqua in eccedenza.
Pulizia
Qualche nota va alla pulizia del dispositivo in oggetto. Si suggerisce, sul punto, di veicolare la propria scelta verso un modello le cui parti siano agevoli da lavare, ancor meglio se in lavastoviglie, per un indubbio risparmio di tempo e fatica.
Prezzi e marche specializzate
Variabili in base alle caratteristiche ed alle funzionalità offerte, i prezzi di una yogurtiera vanno da un minimo di 15-20 Euro circa, per i modelli di fascia bassa, a cifre comprese tra 40 e 80-100 Euro circa per quelli di fascia intermedia, sino a superare 100 Euro per i prodotti di fascia alta, più ricercati (generalmente quelli che consentono di preparare formaggi freschi).
E le marche a cui rivolgersi? Premesso che è difficile reperirne di specializzate nella produzione dell’apparecchio in oggetto – poiché brand di piccoli e grandi elettrodomestici hanno oramai incluso nei propri catalogni anche la yogurtiera – il suggerimento è quello di affidarsi a nomi conosciuti, garanzia non solo di qualità ma anche di assistenza post-vendita in caso di problemi. Tra le aziende a cui fare riferimento citiamo, a titolo esemplificativo, Severin, Ariete, il gruppo SEB (di cui fa parte la Moulinex), ma anche Cuisinart, Lagrange, Klarstein.